Il design, anche quello per bambini, può avere una funzione terapeutica.
E’ il caso della collezione Taktil, creata per aiutare i bambini con disturbi dello spettro autistico a migliorare il loro sviluppo sensoriale: dodici oggetti progettati da Paula Lorence, realizzati con otto tipi di materiali (silicone, legno, plastica trasparente, sughero, alluminio, setola, feltro e pietra) per produrre differenti sensazioni tattili quando vengono toccati dai bambini.
La designer divide gli oggetti in tre categorie: la prima è per i bambini con una forte difficoltà sensoriale, la seconda è destinata ai bambini in grado di gestire stimolazioni tattili più complesse, la terza riguarda prodotti che possono essere utilizzati in caso di ansia o attacchi di panico; tutti strumenti che aiutano i bambini a raggiungere una maggiore concentrazione e a ridurre lo stress nella vita quotidiana.
Una collezione non solo esteticamente piacevole ma soprattutto funzionale.
Un altro progetto affascinante che si inserisce nell’ambito della Play Therapy è quello della designer israeliana Yaara Nusboim che, in collaborazione con psicologi infantili, ha sviluppato una serie di giocattoli in legno in grado di aiutare i bambini a elaborare emozioni difficili o represse come parte del processo terapeutico.
Le sei Therapy Dolls sono giochi astratti su cui i bambini possono proiettare le proprie emozioni, pensieri e sentimenti; a ogni bambola Alma corrisponde uno stato d’animo: paura, dolore, vuoto, amore, rabbia e sicurezza.
Ogni elemento è realizzato in legno di acero, un materiale caldo e delicato che si contrappone agli inserti in silicone in colori e trame giocosi. La forma e il contrasto tra i materiali suggerisce una emozione particolare: ad esempio la bambola che rappresenta l’amore è costituita da due sfere in legno sovrapposte, che danno una sensazione di stabilità, separate da un morbido colletto rosa per comunicare il desiderio di un abbraccio.
La rabbia invece è suggerita da una forma piccola e compressa, per suggerire la rabbia repressa, con spine rosa che sporgono dal corpo, come a implorare di essere lasciate libere.
Per ora Yaara Nusboim autoproduce le bambole; la designer spera però in una produzione industriale che possa rendere questi giochi disponibili a un target più ampio.
(G.G.)